martedì 20 novembre 2018

Attacco su larga scala in Italia: colpite 500.000 caselle di posta PEC.


Il 12 Novembre si è verificata una interruzione del servizio che aveva interessato alcuni tribunali e altri enti della Pubblica Amministrazione. Un incidente piuttosto comune, che non ha sollevato troppa attenzione. Fino a quando Roberto Baldoni, Vicedirettore Generale responsabile del settore Cyber del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) non ha tracciato un bilancio ben diverso e allarmante dell'evento. L'attacco infatti ha preso di mira in maniera diretta un fornitore dei servizi di Posta Elettronica Certificata, la famosa PEC non limitandosi a provocare il blocco e quindi il down dei sistemi, ma sottraendo perfino le credenziali di accesso a oltre 500.000 caselle di posta

Tra le vittime del cyber attacco si registrano soggetti "altamente sensibili"98.000 account tra quelli violati appartengono a magistrati, militari e funzionari del Comitato Interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Parliamo, per intendersi, di un organo che comprende i Ministeri della Giustizia, degli Interni, dell'Economia e dello Sviluppo Economico, la Presidenza del consiglio dei Ministri, della Difesa. i più colpiti sono comunque stati i tribunali, che hanno dovuto interrompere le proprie attività per il down dei sistemi di comunicazione dei vari distretti della Corte d'Appello disseminati nell'intero territorio nazionale. 

Quali rischi?
Due fondamentalmente sono i rischi, piuttosto gravi, conseguenti a questo attacco. Il primo è ovviamente legato alla sicurezza nazionale: basti pensare a quante informazioni riservate e sensibili possono essere state riscontrate nelle caselle di posta violate. Il secondo invece è il furto di account: non è dato sapere infatti se i cyber criminali possano aver o meno usato gli account violati per inviare email impersonando pubblici ufficiali. Ultimo rischio, anche questo non da poco, è che le caselle di posta elettronica certificata che sono state violate possano essere rivendute. 

L'attacco...
E' stato Baldoni stesso a fornire, in conferenza stampa, ulteriori dati riguardanti l'attacco. Ha riferito ad esempio che l'attacco pare provenire dall'Estero, che ha colpito un unico fornitore di servizi Pec e che non ha provocato ulteriori perdite di dati. 3000 sono stati però i domini coinvolti. Non ha invece voluto citare l'operatore coinvolto: è emerso successivamente che potrebbe trattarsi del  centro dati Telecom di Pomezia. Stretto riserbo invece sul tipo di sistema operativo violato ne tanto meno sulle misure di sicurezza eluse/evase dai cyber criminali nel corso dell'attacco. 

Infrastrutture sicure?
Il vero problema dell'intera questione è che l'episodio è stato definitivo allarmante dallo stesso DIS, dato che l'attacco ha interessato infrastrutture che erano considerate sicure. Il premier Conte è intervenuto in prima persona convocando una riunione tecnica del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica, che ha creato un gruppo ad hoc per studiare un piano di resilienza (ovvero la capacità dei servizi pubblici e privati di ripartire dopo un cyber attacco) per il paese. L'indicazione è anche quella di dotare di specifiche misure di sicurezza la Pubblica Amministrazione e gli operatori economici di servizi essenziali.

Cambiate le password!!

Il consiglio migliore per chiunque, ad oggi, sia in possesso di un account di Posta Elettronica Certificata e l'immediato cambio della password.

Fonte >> https://www.seqrite.it/dettaglioNews.asp?idNews=289

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