A pochi giorni dalla notizia della morte di una paziente come conseguenza diretta di un attacco ransomware (è ad ora in corso un' indagine per omicidio colposo avviata dalla Procura di Colonia), gli attacchi ransomware contro ospedali e fornitori di servizi sanitari non si fermano. Anzi, la situazione sta peggiorando.
La nuova vittima d'eccellenza è il provider di servizi sanitari Universal Health Service (UHS): il gigante della sanità statunitense ha dichiarato pubblicamente di essere stato costretto allo shut down dei sistemi di tutti gli ospedali negli Stati Uniti in seguito ad un cyber attacco che ha colpito la rete aziendale all'alba di Domenica scorsa (27 Settembre 2020). Per rendersi conto del contesto, UHS gestisce oltre 400 tra ospedali e ambulatori negli Stati Uniti e nel Regno Unito, conta oltre 90.000 dipendenti e assiste più di 3.5 milioni di pazienti ogni anno. 11.4 miliardi di dollari il profitto annuale dichiarato, che pone UHS tra le prime 500 aziende di Fortune.
L'attacco è iniziato durante la notte ed ha riguardato sicuramente gli ospedali UHS in California, Florida, Texas, Arizona, Washington D.C che si sono ritrovati senza accesso ai computer e ai sistemi telefonici. Ad ora e tutt'ora, gli ospedali UHS stanno dirottando le ambulanze e ricollocando i pazienti in altre strutture nei dintorni.
I dipendenti raccontano che, quando è iniziato l'attacco, sono state arrestate dagli attaccanti più