venerdì 29 maggio 2020

Smart working: 7 lavoratori su 10 lo preferiscono al tornare in ufficio. Boom del cloud, mentre l'IT si fa strategico


Censuswide ha realizzato un sondaggio (consultabile qui) su un campione di 3.700 executive del settore IT in diversi paesi, per tratteggiare quelli che sono i timori e le aspettative per il post lockdown. I dati più salienti sono che, per i 75% degli interessati, gli impiegati non torneranno a lavorare allo stesso modo di prima in ufficio; inoltre, per il 72% il Covid è stato un vero e proprio acceleratore per la trasformazione digitale delle aziende. 

La maggior parte degli intervistati dichiara di aver registrato un forte aumento della domanda di lavoro flessibile: l'aspettativa è che gli impiegati saranno molto riluttanti a tornare a lavorare in ufficio. La conseguenza sarà la necessità di elaborare e implementare modelli di organizzazione del lavoro sempre più flessibile, comportando una netta riorganizzazione del lavoro. 

Il 69% dei manager IT dichiara anche che lavorare da casa non è stato molto complesso per la maggioranza del personale, il 71% è convinto che le tecnologie utilizzate abbiano consentito di lavorare come si fosse in presenza fisica. 

La conseguenza? Il 62% degli intervistati dichiara che sta assistendo una vera e propria impennata del ricorso ai sistemi in cloud. 

Smart working post covid: le prospettive
Il trend generale è chiaro, un'accelerazione improvvisa verso l'implementazione di soluzioni di lavoro da remoto stabili, nel lungo periodo, oltre cioè il momento emergenziale.

Il 62% dei manager IT ad esempio sta già pensando di restringere l'infrastruttura IT fisica per passare al cloud, il 42% sta introducendo l'uso di piattaforme digitali e di sharing. 

Smart working post covid: i rischi
Ovviamente ci sono rischi e difficoltà: molte aziende, ad esempio, hanno dovuto implementare in fretta e furia piani di business continuity che tenessero di conto i dipendenti in telelavoro, altri ancora (il 61%, un numero molto alto) dichiara di avere incontrato non poche difficoltà a cambiare assetto produttivo per introdurre lo smart working in maniera continuativa. 

Inoltre, il 70% è preoccupato per la sicurezza dei dati e di quali strumenti siano utilizzabili per garantire che i dati aziendali siano al sicuro anche nei terminali dei dipendenti che lavorano da casa. Il 54% inoltre denuncia di aver dovuto intervenire a causa di un forte aumento del numero di dipendenti che hanno installato software non autorizzati sui dispositivi aziendali o su quelli privati utilizzati a fini lavorativi. 

Solo il 23% (e questo è un dato incoraggiante in effetti), ha avuto problemi e spegnimento imprevisti delle VPN, problemtica che ha occupato i dipartimenti IT nelle ultime settimane. 

L'IT si ritaglia un ruolo strategico
Tirando le somme, dato il ruolo giocato dall'Information Technology nella pandemia Covid e tenendo di conto dell'importanza che i dati stanno assumendo come asset aziendale (consigliamo la lettura di questo articolo), l'IT e i reparti IT delle aziende saranno sempre più strategici.

Il 77% degli intervistati è convinto che l'IT sarà un elemento ormai irrinunciabile e necessario per un business di successo. 

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