Abbiamo denunciato in più occasioni il problema dei miner di criptovalute: nati come strumenti legittimi per sostituire gli ads come mezzo di guadagno per i gestori di siti web, in pochissimo tempo si sono "tramutati" in vere e proprie armi illegali di attacco contro utenti ignari. La loro diffusione era divenuta così estesa da obbligare piattaforme di rilievo come Google Play a rimuovere tutte le app per il mining e a impedire la pubblicazione di nuove.
In questi ultimi due anni, periodo nel quale la loro diffusione ha mostrato una crescita più che esponenziale, si è affermato sopratutto l'uso dei miner in browser: parliamo di codice JavaScript inserito entro siti Internet o web server compromessi o appositamene creati (crypto-jacking) .
Da più fonti, nel mondo della sicurezza informatica, si sta denunciando, però, un cambiamento piuttosto drastico: i dati mostrano un netto calo dei miner in browser, al quale corrisponde al contrario un'impennata dei malware per il mining. Il motivo parrebbe essere legato, principalmente, ad una questione di efficacia.